Il territorio
Ultima modifica 18 luglio 2024
Adagiato a ridosso delle sponde dell’omonimo stagno per riflettersi in esso, su una fertile piana, appare Cabras, paese di oltre ottomila anime; più di novemila se si contano gli abitanti della vicina Solanas, che divenne sua frazione con Regio Decreto nel 1928.
È un territorio molto esteso quello di Cabras: ben oltre 102 Km2 di terre coltivabili, spiagge quarzose che ti affascinano per la loro unicità, lagune da sempre pescosissime, paludi affollate da uccelli stanziali e migratori, e intensi profumi che sotto il vento di maestrale ti avvincono, ti penetrano nella pelle per offrirti un senso di libertà assoluta in un ambiente naturalistico di valenza internazionale.
“Paese dei tre mari, il nostro”, come ebbe a definirlo una studiosa locale: “Mari Biu”, “Mari Motu” e “Mare ‘e Pontis”.
Mare vivo, il primo, con acque spesso sollecitate dal vento che le sferza o le accarezza, paradiso balneare e non solo, rappresentato da quella vasta zona di mar di Sardegna che bagna le coste centro occidentali della nostra isola. Mare morto, il secondo, regno della posidonia oceanica e dalle acque generalmente placide del Golfo di Oristano, riparate dalla penisoletta a dito adunco di Capo San Marco e infine, Mare ‘e Pontis, ovvero stagno di Cabras, tanto esteso da essere considerato quasi un mare. E non mancano nel territorio lagune e paludi più piccole che sono veri e propri osservatori ornitologici naturali, gioielli inestimabili, crocevia di flusso migratorio di uccelli transahariani. “Mistras”, “Mari ‘e Pauli” e “Pauli ‘e Sali”, per citare le più importanti sono aree sensibili di estrema importanza ambientale sottoposte a vincolo permanente dalla convenzione sulle zone umide di Ramsar.
Ma non fatica, il visitatore attento, a capire che il territorio cabrarese offre anche la possibilità di godere di paesaggi che conservano ancora i giusti equilibri imposti dal costante rispetto dell’ambiente, che non ha lasciato spazio in questo luogo, tutto sommato, ad uno sfruttamento indiscriminato del territorio, dove agricoltura e pastorizia hanno creato, invece, un connubio ideale per la tutela e la salvaguardia dei luoghi. E Cabras non ti delude mai, se ami le grandi passeggiate in armonia con la natura, tra i profumi delle essenze autoctone, che ti inebriano e ti convincono a tornare per carpirne gli elementi, che da millenni hanno indotto gli uomini a vivere questa realtà ricca di fonti di sostentamento, oltre che di straordinarie bellezze.
L'AREA MARINA PROTETTA PENISOLA DEL SINIS ISOLA DI MAL DI VENTRE
L’AMP Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, è stata istituita il 12/12/1997 con decreto del Ministero dell’Ambiente, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’ambiente marino e costiero all’interno dell’area delimitata, oltre che amministrare le attività sostenibili in esso consentite.
Nasce per tutelare la biodiversità e salvaguardare l'integrità dell'ambiente Marino e costiero, ma anche per rendere concreto ed equilibrato il rapporto tra conservazione e sviluppo del territorio, secondo un modello di gestione orientato alla sostenibilità.
LE ATTIVITÀ PROMOSSE DALL'AREA MARINA PROTETTA
MONITORAGGIO SULLE COMPONENTI AMBIENTALI
Sono attività volte alla realizzazione di programmi di studio e ricerca scientifica nei settori dell'ecologia, della biologia marina e della tutela ambientale, al fine di assicurare la conoscenza sistematica dell'area marina protetta. In particolare, il monitoraggio di specie ed habitat sensibili e minacciati e la ricerca per le attività di pesca, i cui risultati supportano l'azione dell'area Marina Protetta per la tutela della biodiversità marina.
CRES – CENTRO DI RECUPERO DEL SINIS
In collaborazione con il CNR-IAMC di Oristano, l'area Marina Protetta si occupa del recupero, soccorso e gestione delle tartarughe Caretta caretta e dei cetacei ritrovati in difficoltà ai fini della loro riabilitazione e del successivo rilascio. Le attività sono realizzate nell'ambito della Rete Regionale per la conservazione della fauna marina della Sardegna.
EDUCAZIONE AMBIENTALE
È una delle attività principali svolte dall'area Marina Protetta nell'ambito della propria missione istituzionale. Si propone di fornire gli strumenti di lettura, di interpretazione e di comprensione dell'ambiente naturale e dei suoi valori. L'educazione ambientale viene realizzata sul territorio anche attraverso il Centro di Educazione all'Ambiente e alla Sostenibilità, nelle strutture del Centro Esperienze presso L'Oasi naturalistica di Seu, del Centro Visite e dell'osservatorio di San Giovanni di Sinis.
SUBACQUEA
Nelle profondità del mare dell'amp sono presenti ambienti unici e di particolare rilevanza paesaggistica e naturalistica. Forme e colori modellati da giochi di luce, archi, cigliate, spaccature che fanno da scenario a organismi rari e protetti. Sono circa venti i siti di immersione localizzati lungo la costa, tra lo scoglio del Catalano e l'isola di Mal di Ventre. Tutti irraggiungibili e praticabili grazie a diversi operatori locali, disponibili a guidarvi alla scoperta di questi ambienti sommersi.
SNORKELING
È un'attività che si pratica nuotando a pelo d'acqua, con una maschera e tanta curiosità, per osservare il mondo marino divertendosi. Non ci sono limiti di età e può essere praticato in numerosi tratti di mare dell’AMP. Punti di straordinario interesse sono localizzati nella spiaggia della Caletta alla base della scogliera di Capo San Marco, in tutto il periplo del Capo, nel tratto di mare tra Seu e Punta Maimoni dove tranquille e rilassanti esplorazioni, tra le rocce o la riva sabbiosa e il sottocosta, riservano interessanti incontri.
NAUTICA DA DIPORTO – ANCORAGGIO E ORMEGGIO
I quasi trenta chilometri di Costa che delimitano il profilo dell'Area Marina Protetta sono un paradiso per il navigatori del diporto turistico, sempre nel rispetto della sostenibilità. All'interno dell'Area Marina Protetta è possibile praticare escursioni in barca lungo il perimetro costiero e verso l’isola di mal di ventre. Inoltre è consentito ancorare nei fondali sabbiosi e ormeggiare nelle zone appositamente allestite, davanti all'area archeologica di Tharros, nel tratto di mare a sud del promontorio di Turr’e Seu e nel lato orientale dell'Isola di Mal di Ventre, per scoprire gli aspetti naturalistici e geomorfologici più interessanti ed entrare in contatto con l'ambiente marino e costiero.
Oltre 70 gavitelli favoriscono lo sviluppo di un diporto turistico orientato alla fruizione sostenibile dell'area Marina Protetta. In questo modo, I diportisti possono godere appieno delle risorse ambientali e geomorfologiche, e ammirare le linee di costa più suggestive, tutelando al contempo l'integrità degli ambienti marini sommersi.
PESCATURISMO
È un'attività turistico-ricreativa praticabile a bordo delle imbarcazioni della pesca artigianale. Si propone di ridurre lo sforzo di pesca e di integrare il reddito dei pescatori. Le imbarcazioni da pesca che praticano l'attività di pesca turismo sono disponibili a far vivere le emozioni di una pescata con le tecniche più antiche. A bordo di alcune imbarcazioni è possibile gustare il pesce freschissimo secondo le migliori ricette della tradizione locale.
ESCURSIONISMO E TRASPORTO PASSEGGERI
Nel tratto di terra prospiciente l'Area Marina Protetta, lungo la fascia costiera e nelle zone umide presenti all'interno del territorio, un sistema di percorsi e stradelli naturali consente attività di trekking ed escursioni di vario tipo: dalla semplice osservazione del paesaggio, della fauna e della flora, alla più impegnativa e agonistica attività sportiva e naturalistica da effettuarsi a cavallo o su mountain bike. L'escursionismo è praticabile anche grazie a diverse organizzazioni, alcune delle quali operano il trasporto passeggeri all'isola di Mal di Ventre.
IL QUARZO
La storia dei granuli di quarzo iniziò a Malu Entu, "cattivo vento", nome originario dell'Isola di Mal di Ventre.
Quest'isola, dall'aspetto pianeggiante e modellata nelle sue forme dalla forza del vento e del mare, è la sommità di un vasto affioramento di roccia granitica che, in un tempo lontanissimo, bordava la Costa occidentale della Sardegna.
È dal disfacimento di queste rocce che si sono originate le candide sabbie delle spiagge del Sinis.
I luoghi dell'erosione e del modellamento dei materiali sono ancora visibili nelle bianche spiagge sommerse di Malu Entu, nel suggestivo scenario del fondale fatto di granuli di quarzo, inframmezzato e impreziosito qua e là dai verdi cespi di Posidonia oceanica, ma anche nei blocchi rocciosi, con massi e sassi arrotondati, simili a quelli della costa del Sinis, ricchi però dei colori delle lave basaltiche.
L'Antica storia dei granuli di quarzo inizia circa 600 milioni di anni fa quando un enorme trasformazione dei rilievi ha dato origine alla roccia granitica di Mal di Ventre. Dopo il sotterraneo e lento raffreddamento dei materiali, il basamento cristallino dell'isola è emerso dal sottosuolo e da quel momento è iniziato il continuo e incessante processo di erosione. Quando i graniti subiscono l'azione degli agenti atmosferici si sfaldano e i primi minerali a separarsi dalla roccia sono quelli più fragili, seguiti via via da quelli più resistenti, sino ad arrivare al quarzo, quello più duro, che continua la sua storia quasi inalterato.
In un dato momento del processo erosivo questi cristalli, ormai separati dalla roccia, si sono depositati in sacche sommerse dove l'erosione ha continuato a lavorare sulla loro superficie levigandoli e arrotondandoli. Successivamente, il moto ondoso e le correnti li hanno trasportati e depositati sui litorali antistanti. L'origine dei bianchi granuli di quarzo e perciò il granito del basamento dell'isola di Mal di Ventre arrotondato da milioni di anni di erosione. Oggi, quello che possiamo osservare sono le sabbie e i granuli che il mare separa il sistema attorno alla battigia delle bianche spiagge del Sinis, come Mari Ermi, Is Arutas e Maimoni.
I granelli di quarzo delle spiagge dell'area Marina Protetta hanno tanti colori, ognuno di loro racconta una storia diversa, più o meno lontana nel tempo o più o meno misteriosa. Ad esempio il bianco del quarzo deriva dagli ossi di seppia o da uno scheletro avvolto a spirale di una chiocciola di mare. Il nero si è originato da pezzetti di legno bruciato oppure da frammenti di uova di razza.
Il rosa può essersi creato da un occhio di Santa Lucia o da frammenti di alga rossa e l'arancio da un pezzetto di calcare o di arenaria. Il viola da un aculeo di riccio.
Il quarzo è protetto da una legge specifica: con riferimento alla Sardegna, l’art. 40 della Legge regionale n. 16 del 2017 prevede espressamente che “ salvo che il fatto non costituisca più grave illecito, chiunque asporta, detiene, vende anche piccole quantità di sabbia, ciottoli, sassi o conchiglie provenienti dal litorale o dal mare in assenza di regolare autorizzazione o concessione rilasciata dalle autorità competenti è soggetto alla sanzione amministrativa da mille a tremila euro.
Il Comune di Cabras con l’Area Marina Protetta da anni si batte per il rispetto di dell’ambiente e la tutela del quarzo, attraverso azioni specifiche che prevedono il presidio del litorale specie nel periodo estivo, quando maggiore è l’afflusso di persone da ogni parte del mondo.
Un progetto attivo da diversi anni e che da due è realizzato in collaborazione con Legambiente Italia è quello delle Sentinelle del Sinis: personale volontario proveniente da diverse località italiane ed estere partecipa a dei campi naturalistici che prevedono la sensibilizzazione, informazione e protezione della costa e nello specifico della sabbia di quarzo.
POSIDONIA OCEANICA
DI COSA SI TRATTA
La Posidonia oceanica è una pianta che, a dispetto di quanto dice il nome, abita esclusivamente il Mar Mediterraneo. Come le piante a noi più familiari degli ambienti terrestri, gli alberi dei boschi, gli arbusti della macchia o i gigli di mare della spiaggia, la Posidonia oceanica è una vera pianta, provvista di radici, fusto, foglie, fiori e frutti e quindi non un'alga, come tanti erroneamente pensano. La Posidonia oceanica e le sue praterie rivestono un’enorme importanza per la vita del mare. Particolarmente protette dalle norme internazionali e nazionali, sono in pericolo soprattutto a causa della conduzione illegale della pesca a strascico e del disattento ancoraggio delle imbarcazioni.
BANQUETTE
Alla fine della loro vita le foglie, ormai completamente brune, arrivano sul litorale trasportate dal mare formando talvolta banchi di considerevoli dimensioni, le banquettes.
La Posidonia oceanica che si accumula sui litorali sabbiosi diventa al contempo una barriera che attenua l’impeto delle onde, riducendo l'erosione della spiaggia, e un nuovo ecosistema che accoglie forme di vita che consumano gli organismi che abitavano la Posidonia oceanica fresca.
PALLE DI MARE
Grazie all'azione rotatoria delle onde della risacca ciò che rimane delle fibre delle foglie e dei rizomi ridotto a piccoli frammenti simili a pagliuzze si trasforma in originali forme sferiche compatte che ricordano il feltro, le palle di mare, o con termine tecnico, egagropili.
CABRAS E L’AREA MARINA DEL SINIS SONO I PRIMI FIRMATARI DELLA “CARTA DEGLI IMPEGNI A FAVORE DELLA CONSERVAZIONE DELLA POSIDONIA NELLE SPIAGGE DEL MEDITERRANEO”
Il Comune di Cabras, con l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di mal di Ventre sono i primi firmatari per l’Italia (NEL GIUGNO 2022) della "Charter of Commitment - Carta degli impegni a favore della conservazione della Posidonia nelle spiagge del Mediterraneo" nell’ambito del progetto Interreg MED POSBEMED2 “Governance and management of Posidonia beach- dune systems across the Mediterranean”, cui la Regione Sardegna è capofila fra i vari partners aderenti: IAS – CNR Oristano (Italia), Natura-Jadera public institution for management of protected areas in the County of Zadar (Croazia), International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (Spagna), Region of Central Macedonia (Grecia) Hellenic Society for the Protection Of Nature (Grecia), Enalia Physis Environmental Research Centre (Cipro), Provence-Alpes-Côte d'Azur Region (Francia).
Il progetto POSBEMED2 mira a supportare le comunità nella gestione delle banquettes di Posidonia sulle spiagge del Mediterraneo e a sviluppare un approccio più sostenibile al turismo balneare riducendo al minimo l'impatto delle attività umane sugli ecosistemi costieri in generale e sulla Posidonia in particolare.
Nell’ambito del progetto è stata istituita la "Charter of Commitment - Carta degli impegni a favore della conservazione della Posidonia nelle spiagge del Mediterraneo" per la cui promozione è stata creata una piattaforma di mobilitazione online che consente la creazione di un network mediterraneo di cittadini, attori economici o gestori di spiaggia interessati ad agire concretamente per spiagge più naturali e rispettose del funzionamento degli ecosistemi costieri mediterranei.
Sono due gli impegni che Comune e riserva marina intendono mantenere.
Il primo, l’azione zero, è quello di continuare a mettere in atto l’impatto zero sulla Posidonia, lasciandola dove si trova, lasciando che siano il mare e il vento a gestirne i ritmi, senza alcun intervento da parte dell’uomo.
Il secondo, l’azione uno, quello che prevede la messa in pratica di attività di sensibilizzazione e educazione sul valore delle banquettes e praterie di Posidonia rivolte a tutti gli utenti della spiaggia e al mondo della scuola.
L’AMP procede dunque con i progetti già attivi, quali gli aperitivi scientifici e i progetti di educazione ambientale, e fra questi è di particolare interesse l’attenzione che si intende dedicare a bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie attraverso la realizzazione di un libro sul tema della Posidonia che verrà donato alle classi.
LE TARTARUGHE MARINE
Tutte le specie di tartarughe marine sono oggi a rischio di estinzione. Per questo esistono leggi nazionali e accordi internazionali che ne vietano la cattura intenzionale, il commercio e il consumo. Tuttavia, pescare accidentalmente una tartaruga marina non è reato. Rigettarla in mare senza assicurarsi del suo stato di salute e senza aver avvertito le autorità competenti, invece, è condannabile.
L’Area Marina del Sinis, attraverso il Centro di Recupero del Sinis è molto attiva per garantire il benessere della specie, curando gli esemplari che vengono trovati in difficoltà e ridando loro la libertà al termine delle cure.
È rilevante quanto accaduto nel 2022, quando a essere riversate in mare sono state 4 tartarughe, due delle quali da 25 anni in cattività. A fare da madrina dell’evento è stata la giornalista e conduttrice Licia Colò, da sempre in prima linea per la difesa della natura, che non è voluta mancare per la nobile causa.
Su richiesta del Ministero della Transizione Ecologica e grazie a un progetto coordinato dal dott. Andrea De Lucia del CNR e cofinanziato dalla Regione Sardegna tramite la Rete regionale per la fauna Marina, gli esemplari sono stati monitorati per un anno tramite un GPS satellitare che è stato posizionato sul carapace di ognuno di loro, per la verifica del comportamento degli animali. Un evento senza precedenti, unico al mondo in quanto non risultano altre liberazioni di esemplari di Caretta caretta dopo tanti anni di cattività.