Descrizione
Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale l’Amministrazione ha approvato l’Aggiornamento del Piano di valorizzazione delle terre civiche, in linea con le norme regionali vigenti e le ultime linee guida emesse dall’assessorato regionale dell’Agricoltura e della Riforma Agropastorale.
“Il Piano di valorizzazione e recupero delle terre comunali è il principale strumento di programmazione per il corretto utilizzo di tutti i terreni soggetti ad uso civico – ha specificato l’Assessora con delega al Patrimonio e agli Usi Civici Alessandra Pinna, che ha presentato il punto all’ordine del giorno durante il Consiglio comunale -. Flessibile e utile a disciplinare la destinazione d’uso del territorio in conformità con la pianificazione urbanistica vigente, ha la finalità di migliorare lo sviluppo economico e sociale della comunità”.
Lo studio è stato condotto da un gruppo di professionisti incaricato dall’Amministrazione comunale, per il quale si è beneficiato anche di un finanziamento finalizzato alla realizzazione degli adeguamenti del Piano.
Il team in fase preliminare si è occupato della ricostruzione degli usi civici del Comune a partire dai provvedimenti formali di accertamento effettuati non solo dall’Ente ma anche dal Commissario Regionale per gli usi civici, che per Cabras e Solanas risalgono rispettivamente al 1941 e 1936, tenendo conto dell’Inventario generale delle Terre Civiche dei 236 Comuni della Sardegna per i quali è stato emesso il provvedimento formale di accertamento effettuato dalla Regione Autonoma della Sardegna del 2012.
“L’operazione non è stata semplice, con la collaborazione degli uffici abbiamo dovuto consultare e incrociare i dati delle varie fonti, per una ricostruzione storica dei mappali originari. Successivamente è stato possibile fare un’analisi dei luoghi ed effettuare una programmazione” ha spiegato l’Assessora Pinna.
Dalle ricerche effettuate non è stato possibile individuare i terreni a uso civico di Solanas. Sono invece ben note le terre localizzate nel Sinis e in prossimità delle aree umide e in parte nelle zone vicine al centro abitato.
I terreni risultavano inizialmente suddivisi in due sole categorie a seconda dell’uso a cui sono destinati: categoria A, terreni utilizzabili come bosco o come pascolo permanente; categoria B, terreni per la coltura agraria.
Nel 2000 era stato predisposto il primo Piano di Valorizzazione provvedendo a dare atto delle effettive trasformazioni che già esistevano sul territorio. Le categorie individuate diventarono: coltura agraria, pascolo, pesca e piscicoltura, attrezzatura e impianti di interesse pubblico, utilizzo a fini turistici e conservazione a fini naturalistici, ecologici, paesaggistici e archeologici.
Oggi l’aggiornamento prevede una revisione di queste categorie inizialmente individuate, per essere meglio adattate alla finalità dello sviluppo. Il piano è stato infatti predisposto in rispondenza al Piano di Utilizzo dei Litorali.
“Abbiamo voluto approvare questo aggiornamento al piano di valorizzazione in modo da andare incontro alle esigenze della comunità e del territorio, con l’intento di uno sviluppo in termini economici attraverso un ottimale sfruttamento delle risorse presenti – afferma l’Assessora Pinna -. Oggi vi è l’esigenza di adeguare l’uso civico anche a fini turistici, modificando la destinazione di una parte delle terre presenti nella fascia costiera che precedentemente erano destinate totalmente all’agricoltura. Questo si traduce in un possibile aumento dell’occupazione e promuove la conservazione delle risorse naturali, rafforzando nella popolazione il concetto di tutela dell’ambiente e la conservazione della flora e della fauna”.
Con l’adeguamento del Piano si prevedono oggi tre categorie. La prima è quella delle migliorie fondiarie, agricoltura e allevamento, dove rientrano tutte le attività legate all’agricoltura, anche intensiva, all’allevamento, alla forestazione produttiva, attività di trasformazione e valorizzazione dei prodotti o comunque riconducibili alle aziende agricole.
La seconda categoria è quella relativa alle aree destinate alla Pesca e alla piscicoltura, nelle quali è consentita la realizzazione di strutture amovibili finalizzate a tali attività, purché queste permettano il ripristino dei luoghi una volta rimosse.
La terza categoria riguarda la Conservazione ambientale, valorizzazione turistica e servizi di pubblica utilità. Vi sono consentite attività relative ai servizi legati alle attività turistiche, come opere di accesso a mare e di supporto alla balneazione e alla nautica, aree attrezzate, strutture turistico-ricreative e per il tempo libero e lo sport, ma anche concessioni balneari e strutture per il commercio o per la somministrazione di pasti e bevande.
Sono consentite anche tutte le attività riconducibili ai servizi di pubblica utilità come ad esempio gli impianti idrici e fognari, parcheggi attrezzati o beni, servizi e attività culturali, sportive, ricreative.
A prescindere dalla categoria è stabilito poi che su tutte le terre civiche ricadenti nel territorio di Cabras sia consentita la realizzazione di opere di interesse pubblico come strade, elettrodotti, acquedotti e ulteriori opere pubbliche e l’installazione di strutture finalizzate alla tutela e alla sicurezza della popolazione.
“Si tratta di un documento fondamentale che rappresenta il primo dei tre pilastri pianificatori di notevole rilevanza che il Comune intende adottare entro aprile per la buona chiusura della legislatura, insieme al PUL e al Piano particolareggiato del Centro Matrice – ha aggiunto il Sindaco Andrea Abis -, con esso si realizza una programmazione amministrativa importante e si risponde all’esigenza di adeguare l’uso civico ai fini turistici. Si tratta di un minimo taglio alla coltivazione a vantaggio di una grande espressione di potenzialità del territorio, con un piano che ora sarà perfettamente coerente con il Pul”.
L’iter di approvazione prevede che l’elaborato venga inoltrato all’assessorato regionale all’Agricoltura che entro sessanta giorni dovrà stabilirne la regolarità tecnica. In caso di esito positivo seguirà una delibera regionale e il successivo decreto di approvazione del presidente della Regione. Il Comune procederà quindi alla pubblicazione sul proprio Albo pretorio e dopo trenta giorni il Piano potrà essere definitivamente approvato.
A cura di
Contenuti correlati
Ultimo aggiornamento: 20 febbraio 2024, 14:34