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Ieri sera il Sindaco e l’Assessora alla Pesca Alessandra Pinna, insieme al direttore dell’Area Marina Protetta Massimo Marras hanno incontrato gli operatori della piccola pesca artigianale per la presentazione della prima misura finanziaria dedicata all’AMP che ha come destinazione il coinvolgimento diretto degli operatori tramite i fondi europei della misura 1.40 del FEAMP, per un totale di 140 mila euro.
La novità si basa su un accordo di collaborazione tra amministratori e operatori del settore pesca, con un piano di cogestione che possa finalmente risolvere le criticità del comparto e che agevoli lo sviluppo di una nuova visione dall’area marina protetta, a partire delle opportunità di crescita economica e di garanzia sociale del settore, tenendo naturalmente sotto i riflettori l’obiettivo finale della tutela ambientale.
“Abbiamo presentato la proposta per la prima misura di interventi di un piano più grande che si chiama Piano di Cogestione della Pesca – ha spiegato il Sindaco Andrea Abis -, uno strumento che rappresenta una enorme opportunità perché attraverso esso possiamo essere credibili e seri davanti al Ministero e alla Regione. Si tratta di un piano che attraverso precise misure d’azione ci consente di superare le criticità del Regolamento di Esecuzione e Organizzazione che vige sulla riserva marina, il quale definisce la quantità degli attrezzi consentiti, la presenza di un rigido calendario di pesca, le batimetriche e il limite di dodici metri per le imbarcazioni che possono operare in AMP”.
Le proposte riguardano diverse azioni che si concretizzano in ore di formazione per i pescatori con rimborsi per i partecipanti, nella comunicazione tra operatori e studiosi sui risultati del prodotto sbarcato e la collaborazione per le operazioni di monitoraggio di cetacei e Ruditapes decussatus (arselle), le quali prevedono l’imbarco dei ricercatori sui mezzi di pesca e riconoscimenti in denaro per chi fornisce la propria adesione. Sempre su base volontaria i pescatori potranno anche decidere di partecipare al monitoraggio sperimentale con il GPS, uno strumento per la localizzazione della barca, al fine di una migliore definizione del numero e della posizione degli esemplari oggetto della ricerca.
La proposta dell’amministrazione comunale agli operatori del comparto della piccola pesca artigianale è quella di lavorare uniti con le associazioni di categoria e fare squadra non solo a livello locale ma anche con le altre aree marine italiane e a livello regionale per coinvolgere la regione sulla tematica.
“Da tempo cerchiamo di aumentare il grado di attenzione nei confronti della nostra area marina e chiediamo che la regolamentazione della nostra zona possa essere studiata appositamente tenendo conto delle sue peculiarità, a partire dal numero degli operatori che vi lavorano. Il nostro obiettivo è quello di rendere sistematico questo sostegno al settore. Negli ultimi mesi abbiamo avuto degli incontri al Ministero e abbiamo visto un’apertura per l’intero comparto, a partire dai ricciai” ha affermato l’Assessora alla Pesca Alessandra Pinna.
Il piano prevede anche delle misure utili a far fronte alle criticità del REO, come l’estensione del periodo di apertura della pesca, con alternanza tra le operazioni dentro e fuori dal golfo e l’aumento dei quantitativi di nasse utilizzabili; viene proposto poi l’aumento della premialità rispetto all’incremento della larghezza della maglia delle reti da pesca utilizzate e l’inserimento di un limite massimo di quaranta giornate di attività per le barche superiori ai dodici metri, rispetto al completo divieto del REO.
“Il Piano è il frutto di importanti momenti di ascolto delle istanze degli operatori da parte di amministrazione e Area Marina Protetta, che da tre anni lavorano assiduamente affinché il risultato finale possa avere una duplice valenza: il rispetto della biodiversità marina e della professionalità dell’intero comparto pesca cabrarese, che comprende quasi duecento pescatori, garantendone la sostenibilità economica” ha aggiunto l’Assessora Pinna.
Il Piano Di Cogestione è stato studiato con il fondamentale apporto tecnico e scientifico del professor Andrea Sabatini docente presso l’Università degli Studi di Cagliari: “La presenza di un numero importante di operatori all’incontro è positiva perché è indice di interesse verso l’argomento. Credo che si debba vedere questa novità come un’opportunità. Abbiamo discusso a lungo, ci siamo confrontati con i rappresentanti del comparto per arrivare a realizzare un lavoro che possa essere credibile e veicolare i finanziamenti ministeriali verso il territorio: è fondamentale arrivare a una decisione finale, cerchiamo di costruire qualcosa assieme per cambiare le cose”.
Altra misura di supporto presente nella proposta di Piano Di Cogestione è quella relativa alla ristazzatura delle barche superiori ai dodici metri, così che chi possiede dei mezzi che superano lievemente il limite massimo possa ricevere un contributo di 2500 euro per apportare la modifica.
Esiste già uno studio tecnico con la classificazione delle imbarcazioni da poter ristazzare.
“Vogliamo coinvolgere tutto il comparto pertanto chiediamo che venga fatta una trattativa diretta anche per il Regolamento del prelievo del riccio di mare, aggiuntivo a questo finanziamento. Chiediamo di poter inserire un numero di giornate che consentano il prelievo o in alternativa che si garantisca un sostegno finanziario specifico anche per i ricciai” ha concluso il primo cittadino.
L’appuntamento per definire l’accordo di cogestione dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis isola di Mal di Ventre si rinnova fra qualche settimana, dopo che le cooperative avranno valutato la proposta presentata ieri dall’amministrazione comunale.
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Ultimo aggiornamento: 20 febbraio 2024, 14:09