Contrasto alla pesca illegale.

Sequestrate 37 nasse nell’Area Marina Protetta del Sinis

Data :

12 luglio 2023

Municipium

Descrizione

Si è svolta nella giornata di venerdì 7 luglio un’importante attività di contrasto alla pesca illegale all’interno dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, coordinata dalla Capitaneria di Porto di Oristano con il supporto tecnico-scientifico degli operatori dell’AMP.

È proprio grazie alla segnalazione effettuata dagli operatori della riserva marina, seguita poi da una breve attività di indagine della Capitaneria di Porto, che è stata recuperata una linea di 37 nasse da pesca per una misura di circa 250 metri lineari di lunghezza priva di segnalamento o targhetta identificativa, posizionata illegalmente all’interno del campo boe di Mare Morto, area ad utilizzo esclusivo per l’ormeggio delle unità da diporto.

Le nasse sequestrate, probabilmente in mare da diverso tempo, contenevano al loro interno diversi esemplari di pesci ancora vivi, che sono stati tempestivamente rimessi in mare e quindi salvati. Tra questi, si segnalano due murene, un grongo, diversi serrani e una decina di scorfani, cui si aggiungono numerosissimi murici (bocconi).

L’area marina è suddivisa in zone sulla base del livello di tutela e nella zona C, dove sono state ritrovate le nasse, il loro posizionamento è vietato fino alla profondità di venti metri e nella fascia dei duecento metri dalla costa, così come regolamentato dal DM del 28 aprile del 2017.

“L’intervento che ha permesso il sequestro degli attrezzi da pesca rientra nell’ambito delle azioni di tutela e di implementazione dell’attività di sorveglianza all’interno dell’Area Marina del Sinis, sottoscritte nel protocollo d’intesa tra l’ente comunale e le forze di polizia, nato al fine di potenziare il rapporto di collaborazione istituzionale per la prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni” ha spiegato il Sindaco Andrea Abis.

Hanno contributo nelle operazioni di recupero e stoccaggio a terra delle nasse anche i ragazzi impegnati nel progetto Sinis Sentinels, operativi sulla costa del Sinis per il progetto locale in collaborazione con Legambiente.

“La presenza di attrezzi da pesca, come le reti da posta, i palangari e le nasse abbandonati sui fondali costituisce un problema diffuso e attuale nei nostri mari. Tali attrezzi se perduti o talvolta deliberatamente abbandonati, possono restare sui fondali o galleggiare, e ancora spostarsi con le correnti per anni interferendo con la biodiversità marina, danneggiando l’ecosistema e costituendo, inoltre, un pericolo per la navigazione” ha specificato l’Assessora alla Pesca Alessandra Pinna.

“Interventi periodici permettono di ridurne la presenza e soprattutto devono funzionare da deterrente per coloro i quali ignorano la regolamentazione di un’area che deve essere rispettata per potersi rigenerare” ha concluso l’Assessore all’Ambiente Carlo Carta.

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